”Senta…Ma lo sa che siamo stanchi delle capsule? Vorremmo cambiare”.

Un grido di guerra che forse sta diventando un mantra, a giudicare dalla frequenza con la quale lo sto ascoltando. Da voci diverse, condizioni lavorative e sociali disomogenee, fasce anagrafiche disparate.

La sua manifestazione più recente? Oggi pomeriggio, in Torrefazione.

Onestamente non posso che gioirne, con un pizzico di emozione, perché quanto da tempo sostengo – e sulla cui soluzione mi sono imperiosamente posizionato ed attestato, manco fossimo sulle alture del Carso durante una passata battaglia– sta entrando pian piano nei ragionamenti delle persone. Fino ad esplodere, e concretizzarsi nell’acquisto di una macchina superautomatica. Eureka!

Su queste pagine ho scritto già al riguardo, in passato. Vediamo qui in breve i principali lati negativi del porzionato in generale, così da stimolare chi ancora non ha preso coscienza, o ha dei dubbi, ad andare a ritroso in cerca di maggiori argomentazioni:

  • 1) Qualunque capsula (e da qui in poi il termine includerà tutto il comparto) è figlia di un ciclo produttivo che impiega materiali ed energie assolutamente superflui, si trattasse anche di materiale completamente compostabile, ed ammesso che tali prodotti lo siano realmente al 100%;
  • 2) Ogni kg di Caffè così confezionato si attornia mediamente da oltre 300g di immondizia (prova condotta personalmente su capsule al supermercato), derivante dal punto 1;
  • 3) Sempre citando il punto 1, ogni ciclo produttivo genera anche scarti di lavorazione. Cosa e quanti sono? Come vengono smaltiti?
  • 4) La freschezza e la macinatura proprie del chicco tostato di recente sono compromesse in buona parte, seppure vi sia conservazione in atmosfera protettiva;
  • 5) Non è detto che la macinatura ad un certo grado “standard” sia adeguata a quella determinata macchina in quel dato momento del giorno e in quella stagione. Il Caffè è igroscopico, e le variazioni che intervengono al bar coinvolgono anche altri tipi di estrazione sotto elevata pressione;
  • 6) Poche capsule sono realmente smaltite secondo quanto raccomandato dai produttori, se e quando ciò viene detto. In molti casi si gettano nell’indifferenziato in quanto la corretta operazione è contraria alla natura stessa della capsula, cioè la “praticità-velocità-non-sporco-in-cucina”. Perché rispettare l’ambiente quando si ha fretta?
  • 7) Costano maledettamente più di un Caffè artigianale di fascia media-premium. E il tutto per un prodotto industriale? Nel confronto fatto per il punto 2, la differenza di prezzo per lo stesso prodotto tra macinato moka e capsula era di quasi 40€/kg. Se ne pagano, di imballi, con quel differenziale. Non sarà che, vista la moda, le torrefazioni bastonano gli incauti clienti che non leggono il prezzo al kg scritto in piccolo?
  • 8) Non venendo estratte queste bevande (scusate, chiamarli espressi mi indispone) con macchine professionali da bar, ma con simulacri costruiti spesso in Oriente, il cui costo basso ben potete immaginare, si ricorre a tre espedienti per formare la “schiumina”: il primo, più diffuso, consiste in una pompa dell’acqua che raggiunge le 15 atmosfere, quando le professionali si accontentano di 9. Il secondo prevede addensanti all’interno delle capsule stesse. Apritene una, e se trovate anelli di granulato o simile sul suo fondo, sappiate che senza quello la “schiumina” che tanto vi conquista non si formerebbe. Il terzo fa entrare in scena truculente varietà di Robusta tostate a livello carboncino, per produrre una “crema” impropria, in quanto non si vuole qui esaltare la qualità della bevanda, ma la gastrite, che a lungo andare solitamente si manifesta. Unite il tutto ad un contenuto elevato di caffeina, ed il gioco sarà fatto. Pensate a quando questi espedienti vengono utilizzati insieme.

Sicuramente vi sono molte altre cose da dire, ma le salienti sono queste.

A prescindere dal contenuto della capsula, vi sono altri fattori decisionali che vanno considerati prioritari.

Per concludere riprendendo il circolo virtuoso dell’incipit, sono contento che le persone usino maggiormente la loro testa per sfuggire al marketing ingannevole, per chiedere consigli a chi mostra loro la situazione per com’è in realtà, ma anche la miglior scelta per appagare un desiderio reso complicato da interessi economici: degustare un Caffè che possa chiamarsi tale.

Una macchina superautomatica, nemico naturale delle capsule. Macina grani di Caffè al momento ed i fondi si gettano nell’umido.

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